Un software da 500 milioni di dollari?

No, il titolo non è una provocazione ma un caso reale che ti spiegherò fra poco: tu pagheresti 


un aggiornamento software 500 milioni di dollari?

 
E che cosa dovrebbe mai combinare di buono (o di cattivo!) la nuova versione di un applicativo per costare così tanto?  Ma soprattutto, come si è arrivati in soli 30 minuti a un disastro del genere in un’azienda americana, Knight Capital, che è stata sull’orlo della bancarotta per questo motivo ed è stata costretta a reperire in poche ore ingenti risorse economiche, licenziare alcuni dipendenti e vendere degli edifici di proprietà a causa di questo tracollo finanziario provocato da un software?

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Conosci il tuo debito… tecnologico?

Il software è stato inizialmente visto come qualcosa che poteva essere scritto una volta e usato molte volte senza mai “rompersi”. Tuttavia, quell’illusione svanì quando iniziarono ad apparire problemi, in ultima analisi causati da uno sviluppo continuo senza i giusti processi di controllo della qualità. Ciò era in genere dovuto a pressioni aziendali incredibili per rilasciare nuovi prodotti e funzionalità in un tempo compresso per essere sul mercato.

Questi problemi hanno portato ad applicazioni software che trasportano un’enorme quantità di problemi che hanno un nome ben preciso:

DEBITO TECNOLOGICO

Una metafora dei difetti latenti introdotti durante l’architettura, la progettazione o lo sviluppo del sistema. La difettosità accumulata quando le organizzazioni adottano queste scorciatoie di progettazione e test, al fine di raggiungere gli obiettivi a breve termine, alla fine rende il software difficile da mantenere. Con l’aumento del debito tecnologico, gli sviluppatori dedicano la maggior parte del loro tempo a correggere bug e a lottare con codice fragile, invece di concentrarsi sul core business e creare nuove funzionalità.

Molte organizzazioni ora stanno scoprendo che il software legacy ha in genere una diminuzione della durata della vita utile; dopo averlo creato e rilasciato, sono costretti a decidere se buttarlo via e ricominciare da zero, o cercare di recuperarlo. Nella maggior parte dei casi, è stato fatto un notevole investimento finanziario nella base di codice, quindi c’è una tremenda pressione per riutilizzarlo. La chiave per ridurre il debito tecnologico consiste nel rifattorizzare i componenti (il processo di ristrutturazione dei componenti di un’applicazione senza modificarne il comportamento esterno) nel tempo, ma gli sviluppatori sono spesso riluttanti a farlo per paura di corrompere le funzionalità esistenti. Uno dei maggiori ostacoli al refactoring è la mancanza di test che caratterizzano il comportamento esistente di un componente.

Questo è un problema crescente in quanto vi sono molte applicazioni distribuite basate su basi di codice legacy che non hanno i testcase necessari. Questo è aggravato quando il codice legacy viene distribuito su una nuova piattaforma o prodotto, poiché la mancanza di artefatti di test significa che il debito tecnologico continua a crescere senza possibilità di “ripagarlo”. C’è un enorme gap di qualità che deve essere affrontato, ma molte aziende non sanno da dove iniziare o non hanno le risorse necessarie per affrontare il problema.

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La tua azienda sta producendo pessimo software, bruciando prezioso budget in una spirale che presto ti manderà gambe all’aria. Te ne sei già accorto? E cosa stai facendo per evitarlo?
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